giovedì 6 dicembre 2012

Non solo calcio: tuffo nel mondo della muay thai


Fin da quando veniamo al mondo siamo costretti a combattere. Combattere contro un mondo nuovo, che fino a quel momento non conoscevamo. Poi il combattimento si riflette contro chi popola questo nuovo mondo e talvolta, la maggior parte delle volte, ci si ritrova a combattere anche contro se stessi. In fin dei conti la vita in se è una lotta. Una faticosa e straziante lotta. Lasciamo da parte per un attimo il calcio e proviamo a guardare oltre la staccionata. Esiste un mondo-sportivo- che in pochi conoscono, che in pochi apprezzano. Un mondo dove il dolore e la sofferenza si trasformano in forza, e perché no, magari anche in successo. Dove il sudore è sempre presente e la fatica in crescendo sprona a fare sempre di più. Forse non tutti conoscono la muay thai, la boxe tailandese, la più efficace tra le discipline di combattimento. A dir la verità ho conosciuto questa straordinaria disciplina di recente anche io. Un caro amico me l'ha fatta conoscere e pian piano ho imparato ad apprezzarne le caratteristiche e la filosofia che la contraddistingue. Il rigore, l'allenamento sodo, la costanza, la determinazione. Sono valori che, pur non avendo mai praticato questo sport, ho avuto modo di respirare apprezzando quanto di positivo essa riesca a trasmettere in tutti coloro che la praticano. "Dovrebbe avere più visibilità", pensai quando la conobbi. Per questo ho voluto intervistare Luca Corona, giovane atleta sardo, praticante thai da qualche anno.

Ciao Luca partiamo dagli esordi. Quando sei venuto a conoscenza di questa disciplina cosi lontana dalla nostra cultura?
Ciao, conobbi quest'arte quasi per caso, circa quattro anni fa. Stavo lavorando presso un Hotel vicino ad Arzachena e li incontrai un vecchio amico che mi convinse quasi per gioco a provare degli allenamenti riguardanti diverse arti marziali. Da subito rimasi colpito dal tipo di disciplina, allenamento e dedizione che rappresentava la Muay Thai. Un'arte allo stesso tempo flessibile, dura e dolorosa ma che se si riesce a comprendere anche minimamente riesce a riempirti di soddisfazioni. Da quel momento iniziai il mio allenamento quotidiano, inizialmente per conto mio a causa dei pochi soldi, da tre anni invece mi alleno in una palestra con un grande maestro e dei grandi compagni.

Cosa significa per te la thai?
Uno stile di vita, non esclusivamente uno sport. Significa dedizione, rispetto, sacrificio: sono cose che non si lavano sotto la doccia a fine allenamento. Ti forgiano dentro e, grazie a tutto questo, impari ad affrontare ogni problema della vita con la stessa voglia di combattere, di vincere. Impari a dare il tutto per tutto in ogni ambito, su tutto ciò che vuoi.

Come affronti l'allenamento e con quale costanza?  
Every day, sempre. A meno che non riesca a camminare o sia in coma mi alleno praticamente ogni giorno. Purtroppo mi sono affacciato tardi a questo mondo e il tempo perso va recuperato. Vedo tutto questo anche come un occasione per scappare dalla monotonia del mondo moderno: mangi, lavori, muori.

Pensi che un giorno possa diventare molto più che una passione?
Ovviamente faccio il massimo perchè questo avvenga, ma sono ben conscio che nella società e nella realtà in cui viviamo, vivere della propria passione è spesso solo un sogno. L'importante è dare il massimo in quello che si fa, sempre. I risultati si ottengono solo in questa maniera, non conosco altri modi. Se poi uno si accontenta, beh quello non sono io.

Che consiglio dai ai giovani che vogliono affacciarsi a questa disciplina?
Costanza, costanza e ancora costanza. Ci saranno dei momenti di sconforto, nei quali ci si sente inferiori agli altri. Delle volte magari anche fuori luogo. Bisogna sempre tener presente che non siamo noi a dover entrare in questo ambiente, ma è quest'ultimo che, tramite una stremante applicazione, deve entrare dentro di noi. Perché se una cosa non la vivi fino in fondo non saprai mai coglierne il significato più vero. Anche io, che ho visto soltanto piccole sfaccettature di quest'arte millenaria, farò di tutto al fine di poterne capire sempre più l'essenza e il significato.    

Luca Corona, 24 anni, giovane atleta sardo
 

1 commento:

  1. ottimo articolo che ci fa conoscere degli aspetti di uno sport un po' in ombra rispetto a tanti altri, ingiustamente direi! Per quanto riguarda Luca, non vediamo certamente l'ora di vederlo calcare palcoscenici ben più prestigiosi, e sono certo che quel momento arriverà!

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