domenica 22 giugno 2014

Un'estate, un'avventura in più...

Notti magiche, inseguendo un gol. Così cantavano Bennato e la Nannini, in quella che fu la sigla di Italia '90, il mondiale giocato in casa. Inseguendo un gol. Dicono bene i due cantautori, e nonostante siano trascorsi 24 anni, sembra cosi attuale e adatta all'occasione, questa frase, soprattutto alla luce di quanto accaduto venerdì, in una gara dall'esito inaspettato, amaro, e che in pochi pronosticavano. Perché contro la Costa Rica il gol azzurro non è arrivato e forse non è stato neanche tanto caparbiamente cercato, ostinatamente voluto. Lo abbiamo subito, il gol, e poco abbiamo fatto per ribaltare il risultato. Troppe le disattenzioni, troppo il disordine tattico. Poca inventiva, scarsa quantità, totale assenza di qualità, scelte sbagliate e una condizione fisica non ottimale. In soli 90 minuti, in quella che doveva essere la gara più semplice del girone, è andato in fumo tutto l'entusiasmo fagocitato dopo il match vittorioso contro l'Inghilterra. Ma il calcio è cosi, mai abbassare la guardia. Soprattutto in gare come queste, soprattutto se si parla di Mondiale, dove ormai le cenerentole non esistono più, come affermato da Gigi Buffon nella giornata di ieri, e dove tutti stanno imparando a giocare al calcio, oramai. Quella che ci si dovrà aspettare contro l'Uruguay sarà una gara di cuore. Occorre voltare pagina, relegare questo piccolo passo falso in un angolo buio, senza però dimenticarselo. La storia rammenterà certamente questa disastrosa sconfitta. La storia ha memoria indelebile. Ma la storia è anche pronta a scrivere nuove pagine, trionfanti e magiche. E allora, quella con l'Uruguay, deve essere la partita della svolta. La partita per continuare a sognare. Un match agli antipodi del precedente. E per far ciò, il nostro CT, dovrà ben ponderare le proprie scelte e puntare a risollevare il morale dei suoi.
La nostra nazionale ci ha abituato nel tempo a guardare il mondo al di sopra di un burrone. Ci ha fatto credere, svariate volte, di poter guardare il mondo da lassù. Ci ha fatto credere, altre volte, di poter sprofondare da un momento all'altro, in questo burrone. Ci ha fatto credere, altre volte ancora, che non saremmo mai potuti cadere, e che della vertigine non si deve aver timore perché solo in pochi ci riescono, a trionfare contro la paura e l'ostilità degli avversari. La nostra, di squadra, possiede un qualcosa di strano e anomalo. Si fa odiare e amare, apprezzare e criticare, in egual modo. Ci accomuna e ci divide. Ma riesce comunque sia a farci esultare e abbracciare, e piangere delle volte, di gioia e soddisfazione, perché questo ci regala la Nazionale, il concetto dello stare uniti, insieme, per perseguire l'obiettivo. Per vincere. Perciò stringiamoci forte, e vogliamoci tanto bene, potrebbe ribadire Fabio Caressa.
Perché contro l'Uruguay, possiamo farcela. La nostra avventura mondiale, comincia martedì. Comincia adesso. Un'estate, un'avventura in più...

Nessun commento:

Posta un commento