martedì 27 novembre 2012

Wes, rumori e mal di pancia: segnale di un calcio malato

Wesley Sneijder

Al tempo dove il soldo svolazzava più liberamente, dove l’Italia era terra ambita da tutti i calciatori, e dai presidenti che maneggiavano cash come fosse un mucchio di noccioline, tutto era più semplice. La crisi dei nostri tempi detta altre strategie ed operazioni finanziarie differenti,  più consone all'attuale situazione. Nella precedente sessione di calcio mercato  abbiamo assistito alla prova più tangibile della crisi ( se crisi si può chiamare) che attanaglia il mondo del calcio. Via Lavezzi, Ibra, Thiago Silva, Maicon, Verratti, per fare qualche esempio .Pezzi pregiati del nostro calcio destinati ad un altro più ricco e senza piaghe economiche, senza sofferenza del conto in banca. Ciò però in Italia, anche se può sembrare un paradosso, ha portato una ventata positiva: calcio più giovane e stipendi più magri. Finalmente le rose dispongono di più “baby” giocatori e le cifre degli stipendi  sono più moderate, forse più accettabili dal mondo esterno, critico osservatore. In casa Inter però , giusto per citare un esempio, qualche rumore si fa sentire. Wesley Sneijder non ci sta. L’olandese guadagna 6 milioni netti e ha un contratto fino al 2015. La proposta dell’Inter circa l’indispensabile ed opportuno adeguamento del contratto pare non essere scelta gradita dal giocatore. Pertanto la società è stata chiara: o il giocatore accetta le condizioni o va via. Gennaio potrebbe segnare il capolinea di una storia fatta di vittorie e successi. Un altro pezzo del Triplete che migra presumibilmente verso terre più fertili. Ma il calcio è cosi, prendere o lasciare. E intanto i media si sbizzarriscono un po’. L’idea più fantasiosa, ovvero la scambio Sneijder-Pastore, renderebbe la partenza del talentuoso trequartista meno amara. Ma pare impossibile che l’ex palermitano (attualmente nella nuova capitale calcistica dell’oro) rifiuti gli ambiti quattrini degli sceicchi del PSG optando per un contratto più modesto. Chissà , staremo a vedere. Ciò che va sottolineato però è che il calcio deve ritornare ai tempi arcani. Dove gli stipendi non erano cosi faraonici e il senso di appartenenza alla squadra era più marcato e tangibile, azzarderei più sincero. Il calcio profuma quando passione e classe predominano sul danaro, quando la voglia di mettersi in gioco mostrando il proprio valore oltrepassa le barriere dell’ottica milionaria. È ora di rimettere in pista i vecchi valori: giocatori che scendono in campo per i compagni , per la propria squadra, per la società che li rappresenta, per la tifoseria. Non per il “Dio Danaro” che li manovra come burattini e li spinge a varcare i confini dove il calcio quasi quasi nemmeno esiste ma conta solo l’ingaggio propostogli sul piatto d'argento. Occorre non perdere il lume della ragione, altrimenti questo sport, da sport più bello del mondo rischia di retrocedere a sport più penoso del mondo. Giocatori - e mondo circostante- avvertiti.


3 commenti:

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  2. Condivido in buona parte il tuo articolo, un po meno, anzi per niente la strategia della dirigenza interista nel caso Sneijder. Ok la proposta di decurtazione e prolungamento del contratto ma un giocatore della classe di Sneijder deve giocare, soprattutto in quest'Inter povera di centrocampisti di qualità, una squadra che non si può permettere di far giocare un fantasma come Alvarez al suo posto. Branca inoltre dovrebbe ricordarsi anche dei suoi numerosi acquisti,flop,ultra milionari degli ultimi anni: Alvarez, Pereira (entrambi sopra i 10 milioni di euro) per esempio, nella nuova ottica societaria di abbattimento degli ingaggi e del fair play finanziario

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    1. Penso che, dato il periodo decisamente burrascoso che il nostro calcio sta affrontando, Sneijder debba scendere a patti con la società per risolvere la situazione, proprio in virtù di quanto hai detto. Il contratto parla chiaro, le cifre sono quelle. Spero però che riescano a trovare una soluzione al più presto. Per il bene della squadra soprattutto.

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